Intervista al professor Vincenzo Sollazzo tra problemi alle articolazioni, tunnel carpale e sonno di qualità
Dopo la Giornata Mondiale della Fisioterapia intervista con il professor Vincenzo Sollazzo, specialista in Ortopedia e Traumatologia che si occupa di chirurgia della mano e del piede e del trattamento chirurgico delle patologie reumatiche e visita e opera presso Ferrara Day Surgery in via Verga 17 e la Casa di Cura Santa Maria Maddalena in via Gorizia l, a Santa Maria Maddalena. Sito www.vincenzosollazzo.it.
Che cos’è l’artrosi?
L’artrosi è un processo degenerativo che colpisce le articolazioni. Tale patologia incomincia con la degradazione delle superfici cartilaginee ma poi finisce per coinvolgere tutte le componenti dell’articolazione come l’osso subcondrale, la capsula, la membrana sinoviale, i legamenti ed anche i muscoli vicini all’articolazione. Clinicamente si manifesta con dolore, deformità e disabilità. E’ la malattia delle articolazioni più diffusa e colpisce la gran parte delle persone oltre i 65 anni. E’ la principale causa di invalidità cronica nei paesi sviluppati».
L’artrosi può colpire anche le mani?
«Le mani sono una sede particolarmente colpita dal processo artrosico e tutte le articolazioni della mano possono esserne interessate. In particolare l’artrosi del pollice. la rizoartrosi. può essere molto invalidante. Si manifesta con dolore importante alla base del pollice che si deforma e dove spesso si verifica anche una tumefazione. li dolore si accompagna alla riduzione della forza di presa con elevata compromissione della funzione della mano. La rizoartrosi è molto diffusa nel sesso femminile dai 40 anni in poi».
Esiste una cura per la rizoartrosi?
«Nelle prime fasi della malattia il trattamento è sostanzialmente conservativo. Rivestono fondamentale importanza le metodiche fisioterapiche come gli ultrasuoni, la laserterapia, la tecarterapia ed il guanto di paraffina. Ci si può aiutare con tutori che immobilizzano il pollice (prevalentemente da usare durante la notte) e farmaci antinfiammatori topici e sistemici (facendo particolare attenzione alle controindicazioni di questi farmaci). Nelle fasi più avanzate oggi è possibile avvalersi di modernissime ed efficaci tecniche chirurgiche che consentono di risolvere la sintomatologia dolorosa a tutto vantaggio della funzionalità della mano eliminando le parti usurate dell’ articolazione trapeziometacarpale e ripristinando l’asse del I raggio. L’intervento del fisioterapista guida il percorso del paziente verso la ripresa funzionale della mano operata».
Rimanendo in tema di patologie della mano che cos’è la sindrome del tunnel carpale?
«La sindrome del tunnel carpale è una sindrome canalicolare e consiste nella compressione del nervo mediano al suo passaggio sotto il legamento trasverso del carpo a livello del polso. E’ la più frequente di tutte le sindromi canalicolari ed è spesso bilaterale. Nella maggior parte dei casi è idiopatica, vale a dire non è possibile identificarne con certezza una causa. Nei casi restanti può essere secondaria a patologie reumatiche come l’artrite reumatoide, al diabete. la gravidanza e le fratture del polso. E’ una patologia correlata ai lavori manuali ed in quelli dove è previsto l’utilizzo di mouse e tastiere di computer. I sintomi principali sono il dolore e la ridotta sensibilità alle prime tre dita, alla metà radiale del N dito della mano ed all’avambraccio. li dolore è accompagnato da parestesie (sensazione di formicolio). li paziente riferisce anche riduzione della forza e che gli oggetti gli sfuggono di mano. li fastidio si accentua durante la notte e disturba il riposo».
Come può essere curata la sindrome del tunnel carpale?
«Nei primi stadi la sindrome del tunnel carpale può essere validamente trattata con le metodiche fisioterapiche che mirano a ridurre lo stato infiammatorio del canale carpale e a ridurre la sintomatologia dolorosa. Possono essere impiegati neurotrofici (acido alfa lipoico, vitamine del gruppo B etc.) e tutori che riducono la pressione sul nervo. Nelle fasi più avanzate il trattamento è chirurgico e si awale di una moderna metodica mini invasiva che con apposito strumentario consente, attraverso una piccola incisone, di realizzare la decompressione del nervo mediano. Una volta liberato il nervo può così avviarsi verso il recupero funzionale”. Tornando alle tematiche dell’artrosi, molte persone soffrono cli mal di schiena.
E’ possibile prevenirlo?
«Con il termine di mal di schiena si intende un dolore localizzato in regione lombare che può essere irradiato agli arti inferiori. li mal di schiena riconosce varie cause. E’ possibile prevenire le forme di mal di schiena meccanico-posturali attraverso uno stile cli vita attivo ed una alimentazione corretta al fine di evirare il sovrappeso. Un buon trofismo del.la muscolatura paravertebrale e di quella addominale protegge inoltre dal.la degenerazione i dischi intervertebrali. Bisogna evitare le abitudini e le posizioni scorrette così come sedie inadeguate che mantengano in posizione di stress il rachide lombosacrale. Bisogna anche evitare letti con materassi troppo morbidi o troppo rigidi privilegiando soluzioni di qualità che mantengano il rachide e la muscolatura che lo sostiene in un corretto atteggiamento posturale».
In che maniera può essere utile la fisioterapia nel trattamento del mal di schiena?
«La fisioterapia riveste un ruolo molto importante per il trattamento e la prevenzione delle recidive del mal di schiena laddove non si renda necessaria una soluzione chirurgica. La fisioterapia permette infatti di sfiammare le regioni del rachide sofferenti, correggere situazioni posturali sbagliate, risolvere contratture muscolari riflesse. La rieducazione in acqua permette inoltre di perseguire il recupero funzionale limitando gli effetti negativi del carico sui segmenti sofferenti del rachide».
Fonte: La Nuova Ferrara edizione 11/09/16 Pag. 16