Ad un anno dall’introduzione del servizio di Terapia PRP presso il Poliambulatorio Idrokinetik, abbiamo il piacere di confrontarci con il dott. Giorgio Massini, medico chirurgo specializzato in ortopedia e traumatologia, nonché responsabile dell’ambulatorio PRP. L’obiettivo? Trarre un primo bilancio clinico su questa innovativa metodica rigenerativa, valutarne l’efficacia e immaginare gli sviluppi futuri.
Dott. Massini, a un anno dall’avvio dell’ambulatorio dedicato alla Terapia PRP presso Idrokinetik, quali sono i principali risultati clinici osservati nei pazienti trattati?
In questo primo anno abbiamo trattato numerosi pazienti con lesioni tendinee, muscolari e articolari. Il PRP, acronimo di Platelet-Rich Plasma, stimola un rilascio sovrafisiologico di fattori di crescita, promuovendo così la rigenerazione dei tessuti. Queste molecole, in particolare citochine e fattori di crescita, sono fondamentali per attivare i meccanismi di reclutamento cellulare, proliferazione, adesione e rimodellamento tissutale. Il risultato clinico più evidente è stato un miglioramento significativo dei tempi di guarigione nelle lesioni acute e un’effettiva riattivazione dei processi di riparazione nei quadri cronici.
C’è stato un particolare profilo di paziente che ha beneficiato maggiormente del trattamento?
La terapia PRP non è un trattamento universale e la sua efficacia dipende da molteplici fattori: tipo di lesione (acuta o cronica), sede, gravità, e caratteristiche individuali del paziente. Detto questo, abbiamo riscontrato buoni risultati soprattutto in pazienti attivi, anche sportivi, con lesioni tendinee – come quelle del tendine d’Achille o della cuffia dei rotatori – e muscolari. Il trattamento viene comunque personalizzato in base al singolo caso: per esempio, prima di procedere è necessario eseguire un emocromo per verificare che il numero di piastrine superi le 150.000 unità, condizione indispensabile per l’efficacia del trattamento.
Come viene gestito il percorso del paziente, dall’inquadramento iniziale fino al follow-up post-trattamento?
Il percorso parte sempre con una visita specialistica ortopedica. Lo scopo è identificare se la patologia del paziente può beneficiare del PRP. Una volta valutata l’idoneità clinica, viene richiesto un emocromo aggiornato (entro tre mesi). Se i parametri ematici lo consentono, si procede con il prelievo di sangue venoso: questo viene immediatamente trattato tramite centrifugazione in un’apposita apparecchiatura per ottenere il concentrato piastrinico. L’infiltrazione viene quindi eseguita manualmente o sotto guida ecografica. Il paziente viene monitorato nei mesi successivi con controlli clinici e, se necessario, con valutazioni strumentali per documentare i progressi. Il protocollo standard prevede fino a tre trattamenti distribuiti in un anno.
Rispetto alle terapie tradizionali, in quali casi consiglierebbe il PRP come prima scelta e in quali come trattamento complementare?
In alcune patologie, come le lesioni tendinee croniche (tendine d’Achille, spalla), il PRP può rappresentare una prima scelta per la sua efficacia rigenerativa. In altri casi, come nelle artrosi di grado lieve, moderato o anche severo – in pazienti per i quali non è possibile procedere con un intervento chirurgico – il PRP può rappresentare un valido trattamento complementare, utile soprattutto per il controllo del dolore e dell’infiammazione. È importante saperlo contestualizzare correttamente nel percorso terapeutico, per massimizzarne l’efficacia.
Alla luce dei risultati ottenuti, sono previsti sviluppi o nuovi protocolli legati al PRP nei prossimi mesi?
Al momento, il nostro obiettivo principale è consolidare il PRP come trattamento rigenerativo di riferimento per molte patologie osteoarticolari. La possibilità di affiancarlo a trattamenti già in uso, come le infiltrazioni visco-supplementanti o visco-inducenti, ci permette di offrire un approccio terapeutico sempre più completo, in alcuni casi anche alternativo alla chirurgia. L’auspicio è che il PRP, come avviene per i trattamenti preventivi dell’osteoporosi che mirano a ridurre il rischio di fratture, possa in futuro contribuire a ridurre la necessità di interventi ortopedici secondari, specialmente nei pazienti affetti da artrosi.
Va inoltre sottolineato che tutto questo è stato possibile grazie alla convenzione stipulata con il Servizio Trasfusionale dell’Ospedale di Cona, diretto dal dott. Lodi, che monitora costantemente la qualità delle prestazioni e dei risultati clinici attraverso un attento follow-up
Terapia PRP presso Idrokinetik: grandi risultati, ambiziose prospettive future
Un anno di attività dell’ambulatorio PRP ha confermato l’utilità e l’efficacia di questo trattamento innovativo nel panorama delle terapie ortopediche rigenerative. Grazie alla professionalità del dott. Massini, del dott. Lodi e in generale alla sinergia con strutture ospedaliere di riferimento, Idrokinetik si conferma punto di riferimento per la medicina ortopedica d’avanguardia.