Le piscine riabilitative stanno riscuotendo negli ultimi anni sempre più successo, proprio perché si cominciano a comprendere i reali benefici che derivano da una fisioterapia eseguita in acqua.

La fisioterapia in acqua – anche nota come idrokinesiterapia – è appunto quella riabilitazione indicata per chi ha bisogno di ritrovare le funzioni di determinate parti del corpo – a livello muscolare e non. L’acqua è infatti un toccasana per la riabilitazione, in quanto permette di poter effettuare quei movimenti riabilitativi che, al di fuori di essa, potrebbero essere dolorosi o troppo pesanti da sopportare. Il fatto che in acqua il corpo risulti essere più leggero, fa sì che anche i movimenti risultino tali: non dimentichiamo, inoltre, l’effetto antidolorifico e decontratturante dell’acqua alla giusta temperatura.

Le piscine riabilitative, infatti, non sono delle semplici piscine: quando il vostro fisioterapista o medico specialista vi consiglia di effettuare riabilitazione in acqua, assicuratevi di rivolgervi ad un centro che abbia delle piscine riabilitative che rispettino i requisiti medico-sanitari.

In cosa sono diverse le piscine riabilitative da quelle ‘’semplici’’? Prima di tutto, nelle prime l’acqua è riscaldata ad una temperatura specifica, proprio per stimolare la riabilitazione – di solito la temperatura oscilla tra i 32°C e i 35°C; proprio grazie a questa temperatura, aiuta la distensione del muscolo, alleviando il dolore e gli spasmi muscolari.

Piscine riabilitative: quando servono

Le situazioni in cui è più consigliato effettuare fisioterapia in piscine riabilitative, sono quelle che vedono come protagonisti le articolazioni, le ginocchia, i gomiti, le anche, le caviglie, problemi legati alla colonna vertebrale, ecc.

Soprattutto nelle fasi post operatorie, la riabilitazione in acqua fa sì che il paziente possa ricominciare il prima possibile ad effettuare movimenti che aiutano il muscolo o l’articolazione a riprendere la tonicità che serve per ritornare alla vita di tutti i giorni – movimenti che, al di fuori delle piscine riabilitative, potrebbero richiedere molto più tempo per essere effettuati.

Piscine riabilitative: attenzione a non confonderle!

Spesso può capitare che, quando si parla di piscine riabilitative, si incorra nell’errore di associarle alla famosa ‘’acquagym’’, cioè la ginnastica in acqua. Questo errore è molto comune: le due cose sono completamente diverse, proprio perchè la ginnastica in acqua è una vera e propria attività sportiva, e non ha a che fare con la riabilitazione. Solo in un momento successivo alla fisioterapia in acqua in piscine riabilitative al paziente potrà essere indicata come attività l’acquagym, ma solo se seguito da personale specializzato, per continuare a migliorare e registrare progressi.

Anche nelle piscine riabilitative, ovviamente, le sedute devono essere seguite da uno specialista, che sappia modulare gli esercizi in base alle condizioni specifiche di ogni paziente: non esiste infatti uno schema generale di esercizi da seguire, anzi, esso dipende prima di tutto dal trauma iniziale del paziente, e poi via via dai miglioramenti da esso raggiunti.

Le piscine riabilitative non possono essere improvvisate e, al contrario, sono delle vere e proprie strutture sanitarie che, in quanto tali, devono essere autorizzate e riconosciute. L’idrokinesiterapia può essere seguita in maniera individuale o in gruppo, a seconda del progresso di guarigione dei pazienti, ma anche in base alla singola scelta di ognuno.

Il nostro centro di riabilitazione Idrokinetik dispone di trattamenti riabilitativi per aiutarti a curare questo dolore. Se desideri maggiori informazioni sui trattamenti idrochinesioterapici da noi elencati in questo articolo, compila il form che trovi di seguito e saremo felici di rispondere a tutte le tue domande.

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