Il trattamento cranio-sacrale favorisce il riequilibrio delle tensioni che si instaurano tra cranio e sacro.

Apparentemente fuse le ossa del cranio compiono invece dei movimenti, pochi gradi percepibili soltanto da una mano allenata. Anche l’osso sacro tra le due ossa iliache segue il ritmo dettato dal cranio, ritmo trasmesso dalle membrane che avvolgono il sistema nervoso centrale (SNC) con la frequenza di 8-12 volte al minuto a seconda delle condizioni fisiche, psicologiche, patologiche; immaginate un cuore che pulsa al rallentatore.

Tutto questo da vita ad un sorta di “respirazione” del cranio, gli osteopati infatti chiamano questo movimento Meccanismo Respiratorio Primario. Sono le cellule neuronali e il liquido cefalo rachidiano che scorre tra le meningi il motore di questo micromovimento, vero e proprio direttore d’orchestra di tutte le funzioni del corpo.

Un po’ di storia

Nel XIX secolo William Garner Sutherland, padre dell’osteopatia craniale, scoprì che le articolazioni tra un osso e l’altro del cranio presentano delle dentellature dette “smussi” con orientamenti che cambiavano, passò quindi la sua vita a studiare la forma delle ossa per dedurne il movimento. Le sue scoperte furono poi ampliate e completate dagli osteopati moderni e sono tutt’ora in evoluzione.

A cosa serve?

Attraverso “l’ascolto craniale”, che consiste nel posizionare le mani sul cranio per percepire questo movimento, si può capire tanto sul paziente. Questo dato andrà poi esaminato insieme ad un’anamnesi approfondita, una valutazione della postura, dell’apparato muscolo-scheletrico e una valutazione viscerale.

Il trattamento craniale non è quindi da utilizzare soltanto nelle problematiche che risiedono nel cranio come ad esempio emicranie, cefalee, sinusiti croniche, disfunzioni dell’articolazione temporo mandibolare (ATM) ma anche e soprattutto per le problematiche del rachide come lombalgie, cervicalgie, colpi di frusta, e dell’organismo nella sua globalità, come il miglioramento sistema immunitario e dell’equilibrio ormonale.

Perché dunque si chiama cranio-sacrale?

La continuità data dalle membrane che avvolgono il SNC, le meningi, fa in modo che i movimenti del cranio si trasmettano al sacro. Per questo motivo nel caso in cui questo movimento sia perturbato, tutto l’organismo potrebbe andare incontro a disfunzioni ed è importante prevenire tali disfunzioni per ridurre il rischio di giungere a stati patologici.

A chi è rivolto il trattamento cranio-sacrale?

Una valutazione cranio-sacrale la si dovrebbe somministrare a tutti, sarà compito del terapeuta capire se il paziente ha bisogno o meno del trattamento e capire di quale zona dell’organismo è la responsabilità del dolore manifestato.

E in caso di traumi al cranio?

Nel caso di traumi importanti, incidenti o colpi diretti sul cranio, dopo aver consultato il medico del pronto soccorso e a guarigione raggiunta un terapeuta può correggere le eventuali zone che hanno perso la corretta motilità. Proprio come un orologio con meccanismi “arrugginiti” il movimento del cranio può, nel tempo, creare problemi a distanza se permangono punti di fissità post-trauma.

Le catene miofasciali ovvero le continuità tissutali che mettono in relazione tra loro i singoli muscoli, non sono da considerarsi soltanto dal collo in giù, partono (o arrivano) dal cranio; l’anello debole di una catena ipersollecitata può essere infatti un trauma precedente proprio sul cranio.

Il trattamento cranio sacrale è uno strumento a disposizione del terapeuta per favorire il ripristino mirato di uno stato di salute e che previene lo stato di malattia se ripetuto periodicamente.

Idrokinetik propone ai suoi pazienti queste terapie, quindi se state cercando dei modi per combattere questi dolori contattateci per avere più informazioni o prenotate un appuntamento. Saremo felici di aiutarvi con gli strumenti che abbiamo a disposizione per voi.



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