L’estate è la stagione più attesa: le giornate sono caratterizzate dalla spensieratezza, dal relax, dalle vacanze e da tanto sole. Attenzione però a quest’ultima parte. Il sole è letteralmente vitale per l’uomo e la Terra, certo, ma l’esposizione scorretta e irresponsabile potrebbe causare danni alla pelle, anche potenzialmente letali. Il sole – o meglio i raggi UV – concorre nello sviluppo di neoformazioni che possono essere benigne, ma anche maligne e trasformarsi dunque in melanomi.

Oggi parliamo della correlazione tra nei e sole e di quanto la prevenzione sia fondamentale.

Nei e Sole: perché ogni estate partono campagne di sensibilizzazione

Avrai notato almeno una volta, durante la stagione estiva, una campagna di sensibilizzazione sulla prevenzione dei melanomi. Il periodo di attuazione di quest’ultima non è di certo un caso. In effetti il rapporto tra sole e pelle non è così piacevole come puoi pensare. Vero, l’obiettivo di diverse persone in estate è abbronzarsi il più possibile. Tuttavia questo ragionamento è incredibilmente pericoloso per la propria pelle. In primis perché si concorre al fotoinvecchiamento, ovvero la comparsa precoce di rughe e il peggioramento della trama cutanea. Molto comuni sono, inoltre, discromie e macchie. Ma oltre al fattore estetico, da considerare è anche la salute dell’epidermide, specie nei soggetti a rischio. Infatti la prevenzione è essenziale, in merito soprattutto ai nei che, traumatizzati dall’esposizione ai raggi ultravioletti, possono dare origine al melanoma, il tumore della pelle.

Nei: cosa sono e qual è la correlazione con il Sole

I nei, come anticipato, sono formazioni cutanee dovute alla concentrazione di melanociti, cellule responsabili della produzione di melanina. La melanina, a sua volta, è colei che determina la pigmentazione della pelle in seguito ad un’esposizione solare, nonché l’abbronzatura. Le neoformazioni – che si contraddistinguono per la loro forma tondeggiante, spesso in rilievo e per il loro colore marrone nelle sue diverse tonalità – di norma non sono preoccupanti. La maggior parte dei nevi è di origine benigna e non è possibile determinare una specifica causa che concorre alla loro comparsa. Però è possibile affermare che l’ereditarietà è un fattore particolarmente rilevante nel loro sviluppo. 

Come detto i nei non sono necessariamente presenze pericolose. Con il tempo lo possono diventare, specie con un’eccessiva e scorretta esposizione solare. Infatti il sole, insieme ad un’altra serie di fattori tra cui la genetica, favorisce la formazione di nei sulla pelle. Chiaro che ad un numero alto di nei corrisponde un maggior rischio di melanoma. Per questo motivo la prevenzione diventa uno strumento indispensabile.

Come riconoscere i nei benigni da quelli maligni

I nevi che si sviluppano sulla cute, possono avere dimensioni, forme e colori diversi. Di tipologie di nei ne esistono davvero un’infinità, pertanto non ha senso preoccuparsi nel momento in cui si nota una conformazione bizzarra di uno o più nei. Tuttavia, ricordiamo che la prevenzione e le mappature dei nei annuali sono l’arma preventiva più importante.

In ogni caso, vogliamo fornirti qualche nozione per aiutarti a capire quando un neo è di natura benigna oppure quando POTREBBE essere maligno.

Abbiamo specificato quanto i nei benigni possano presentare forme e colori differenti. Per distinguere quelli a rischio melanoma, è essenziale considerare la regola dell’ABCDE:

  • Asimmetria: i nei maligni, rispetto a quelli benigni, sono asimmetrici nella maggior parte dei casi;
  • Bordo: i nei a rischio presentano bordi irregolari e frastagliati;
  • Colore: la colorazione di nevi maligni non è omogenea ed è spesso tendente a toni molto scuri o rossastri o, ancora, con sfumature blu e bianche;
  • Dimensione: quando un nevo supera i 6 millimetri di grandezza, è buona abitudine controllarlo;
  • Evoluzione: un neo benigno può trasformarsi in maligno nel tempo e il segnale più evidente è il mutamento di forma, dimensione e colore.

Da notare è la comparsa costante di nuovi nei. Si suggerisce non solo di effettuare periodici controlli con dermatologi professionisti, ma anche di tenersi monitorati in autonomia, osservando i propri nei e notandone i possibili cambiamenti.

Nei e Sole: tra falsi miti e realtà

A questo punto non rimane che capire come comportarsi. Prima di tutto è bene specificare che il sole non fa male, anzi. Per l’organismo è molto importante, in quanto contribuisce alla generazione di vitamina D e alla stimolazione delle endorfine. Dunque non è vero che non ci si può abbronzare e, allo stesso modo, non è vero che chi presenta una pelle a rischio non può prendere il sole. 

Il problema risiede, come sempre, negli eccessi e nell’irresponsabilità. Rimanere al sole numerose ore al giorno, anche in quelle più calde, senza proteggere a sufficienza la pelle, è un comportamento errato. Così facendo si va incontro a scottature che, per la cute, sono davvero pericolose. Quando ci si espone ai raggi UV, è indispensabile utilizzare una crema con SPF (Sun Protection Factor) alto, da spalmare ogni due ore. E non dimenticare il viso!

Tra i falsi miti più nocivi, vi è quello per cui la crema solare debba essere indossata solo al mare. La crema protettiva va messa tutto l’anno, anche quando il cielo è nuvoloso. Questo perché, seppur non visibile, il sole c’è indipendentemente dal clima e i suoi raggi UV sono pericolosi tanto quanto quelli “estivi”. Quindi sì, la crema solare andrebbe usata tutto l’anno, nelle zone cutanee esposte.

Un altro falso mito è che una volta presa la prima scottatura, non ci si scotti più. Oltre a non essere vero, si tratta di un comportamento dannoso, che porta ad ignorare l’utilizzo della crema solare.

Attenzione: è stato dimostrato che le scottature prese in età giovanile, insieme ad altri fattori, incrementino il rischio di melanoma e di metastasi delle cellule tumorali.

Fattori di Rischio

Prendere il sole tramite modalità incoscienti, come abbiamo visto, è pericolosissimo. Ad ogni modo il sole non è l’unica causa che porta allo sviluppo di neoformazioni maligne. Da considerare sono anche altri fattori di rischio, tra cui:

  • la genetica, dunque la registrazione di casi di melanoma in famiglia;
  • la carnagione molto chiara, che difficilmente si abbronza, con un’esposizione al sole intermittente;
  • la presenza di un numero di nei maggiore a 100.

Prevenire è meglio che curare

Il melanoma, se preso in tempo, è facilmente curabile. Proprio per questo la prevenzione gioca un ruolo essenziale. Effettuare la mappatura almeno una volta all’anno è un gesto tanto semplice quanto importante. La mappatura è un controllo periodico effettuato dal dermatologo che, tramite l’ausilio di una speciale telecamera, analizza qualunque neo del corpo. Un esame diagnostico non invasivo e non doloroso che, potenzialmente, funge da salvavita. 

Oltre alle visite dermatologiche, si consiglia di utilizzare una crema protettiva tutto l’anno. E se ci si vuole abbronzare, si raccomanda di utilizzare la crema solare con protezione alta, da spalmare sulla cute ogni due ore in qualsiasi punto del corpo. Se possibile, evitare le lampade abbronzanti. 

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